Il noto critico d’arte Federico Zeri, prese a cuore l’arte di Galati Mamertino.

Soggiornò in questo paese, dove portò la sua professionalità e presenza.

Nel volume 8 della «Storia dell’Arte Italiana» edita da Einaudi (1981), venne quindi inserita la presenza di Galati Mamaertino, divulgata così nel mondo.

In occasione della presentazione del volume 8 della «Storia dell’Arte Italiana» edita da Einaudi (1981), per complessivi quattordici volumi, autentico monumento innalzato all’arte in questo nostro XX secolo, Federico Zeri, conl’humor che lo distingueva, fece cadere sull’uditorio, quasi con distrazione, questa battuta: «Si sussurra che l’opera sia considerata la Zeristan, circondata ancora, troppo da presso, dall’Arganistan!».

Com’era suo costume, Zeri era riuscito a sintetizzare in poche parole tutto il dramma di un’epoca. Per oltre quarant’anni, infatti, l’ombra sclerotizzante di un osannato di regime si era proiettata, nefasta, su tutte le scuole di Storia dell’Arte italiana di ogni ordine e grado.

La «Storia dell’Arte Italiana» rappresentò quindi uno spartiacque. La stessa documentazione fotografica era assolutamente originale e solo di rado vi erano riprodotte fotografie d’archivio: era nuova la prospettiva, l’angolazione, la luce; in altre parole, era nuova la «lettura», sì che colui che si avvicinava all’opera d’arte, non fosse obbligato a «vedere, o a credere di vedere, ciò che critica d’arte e pedagogia turistica stabilivano da tempo che dovesse essere visto, sentito, pensato».

In questa «Storia dell’Arte Italiana» l’opera (maggiore o minore, di città o di piccolo comune) viene offerta con una nuova metodologia, parte integrante del «suo» ambiente, cioè l’opera d’arte viene studiata nella sua realtà urbanistica.

Questo volume 8 si pone come elemento dirompente (e n’é riprova l’interesse che la sua pubblicazione al tempo stimolò): riferendosi a Galati Mamertino, Argan ebbe a confessare che non fosse a conoscenza che in Italia esistesse un comune chiamato Galati Mamertino!

Da allora il paese è conosciuto nel mondo: e Federico Zeri disse che questa era la cosa più giusta da fare.