Nel corso delle mie ricerche per la stesura di opere su Galati Mamertino, piccolo centro agricolo sui monti Nebrodi in provincia di Messina [1], comune successivamente assurto agli onori della grande storiografia dell’arte [2], ebbi occasione di venire in possesso di una nutrita serie di lastre fotografiche.

Una piccola parte di esse è stata pubblicata come illustrazioni delle suddette opere, gran parte invece restarono inedite e donate, con riserva d’uso – al fine di evitare una sempre temibile dispersione – al Museo di Arti e Tradizioni Popolari in Roma [3].

Le fotografie, qui pubblicate, sono immagini, le più varie, di vita di una comunità agricola riprodotta nella sua essenzialità, senza infingimenti né trucchi fotografici. Chi ricorda più la lavorazione del lino, il trattamento della fibra, la sua battitura, la sua filatura, la sua tessitura che peraltro si faceva abitualmente in Sicilia in generale e a Galati Mamertino in particolare? E l’allevamento del baco da seta? O la creazione delle pezzare? Addirittura quanti delle ultime generazioni ricordano come fosse fatto un telaio, strumento peraltro presente sino agli anni Venti-Trenta del secolo scorso quasi in ogni casa di contadini? E il modo di vestire, di posare, di atteggiarsi che era poi il modo di pensare, poiché il pensiero crea l’atteggiamento esteriore? Infatti per dirla con Leonardo Sciascia, che cos’è fotografia se non verità momentanea, verità di un momento che contraddice altre verità di altri momenti?

Di Galati Mamertino posso segnalare poche immagini come omaggio alle generazioni future pur se riprese da vecchie e malandate lastre fotografiche. Esse danno l’essenza della vita di ogni giorno, che fu la vita dura dei nostri padri: vita di lavoro in una terra avara. La stessa nobiltà era un’aristocrazia agricola che col fittavolo e con la criata ne divideva i magri proventi. Il mondo del lavoro, la campagna, ebbe un posto preponderante: la trebbiatura, la tosatura delle pecore; pure il trasporto della acqua: l’acqua in Sicilia è sempre stato un liquido prezioso. Pure il trasporto della pietra era uso costante, in una zona spesso impervia come Galati Mamertino, con carro trainato da buoi aggiogati, molto artigianale e ancora a ruota piena. Interessante uno dei più antichi ritratti fotografici del paese, personaggio con mezzo sigaro toscano, il dott. Antonino Bianco, con rustico sfondo celato dall’usuale asciugamani con frangia: uomo certamente d’autorità e sicuro di sé, uomo di comando e abituato a una sua eleganza rigorosamente in linea col tempo.

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